Camice, la divisa del medico tra storia e curiosità
Prima della fine del XIX secolo, il campo della medicina era poco più che ciarlataneria e pseudoscienza.
Nei tempi precedenti erano le suore a prendersi cura dei malati e dei feriti, indossando lunghi grembiuli e un copricapo.
La figura del medico come la conosciamo oggi non c’era e la divisa consisteva in una redingote nera che simboleggiava uno stato di superiorità e rifletteva la serietà del proprio lavoro.
Inoltre, questi camici neri erano spesso irrigiditi dal sangue delle operazioni passate, segno della notevole esperienza del chirurgo.
Fu solamente in seguito che il camice assunse una connotazione di competenza medico scientifica. E allora i medici iniziarono a indossare camici bianchi da laboratorio proprio per la loro associazione con il rigore della scienza.
Alle origini il nero
I medici venivano rappresentati nei dipinti con abiti neri fino alla fine del XIX secolo. Ed erano le suore vestite di nero che fungevano da infermiere, soprattutto negli ospizi.
L’abbigliamento nero era considerato formale. Di conseguenza sino al 1900 circa, i medici indossarono questo colore per le loro interazioni con i pazienti che erano considerate questioni serie e formali.
La rivoluzione di Lister
Il medico britannico Joseph Lister trasse ispirazione dal lavoro di Louis Pasteur e nel 1867 divenne pioniere nell’uso della chirurgia antisettica. L’umile camice da laboratorio iniziò ad essere associato non solo al rigore scientifico, ma anche a un nuovo inizio per la professione medica.
Il valore della pulizia e dell’antisepsi divenne un caposaldo della medicina. Ed il rapporto medico-paziente finalmente cominciò ad essere ritenuto un incontro benefico.
A cavallo tra il XIX e XX secolo, quando la medicina divenne la vera impresa scientifica che conosciamo oggi, il candore e la purezza iniziarono a riflettersi nell’abbigliamento dei medici e degli infermieri.
Anche alla fine del XX secolo il camice da laboratorio serviva più per scopi di identificazione che di protezione.
Uniformi mediche del 1940
Con la seconda guerra mondiale ci fu un cambiamento radicale nell’uniforme medica.
Il grande flusso di feriti impose che le divise dovessero diventare più pratiche. I medici Infatti avevano bisogno di muoversi rapidamente per poter curare il maggior numero di pazienti possibile.
Fu durante questo periodo che vennero introdotte diverse uniformi per le diverse tipologie di operatori sanitari.
Alcune includevano maniche corte o mantelli.
Sindrome da camice bianco
A un certo punto l’immagine del camice bianco divenne così intimidatoria che i pediatri e gli psichiatri scelsero di non indossarlo per ridurre l’ansia da parte dei loro pazienti.
Le divise recenti
Negli anni ’50 e ’60 il bianco fu abbandonato a favore del verde perché era più facile per il chirurgo concentrarsi sul paziente durante gli interventi.
Negli anni ’80 l’uniforme medica diventò molto meno formale lasciando il posto alla protezione, la praticità e l’igiene.
Ad esempio, vennero introdotti grembiuli in plastica al posto di quelli in cotone.
Conclusioni
Come abbiamo visto l’evoluzione del camice è stata lunga e continua. In particolare la divisa del medico si è evoluta con il progresso scientifico e le necessità del tempo.
Oggi è possibile trovare in commercio una varietà di camici e uniformi per gli operatori sanitari e per i medici chirurghi. Se hai bisogno di consigli sull’uniforme più adatta per le tue esigenze puoi rivolgerti a noi.
Crediti foto copertina RODNAE Productions
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